Ricevo da Marco Ferrario e Posto immediatamente!
“Mi si è sgonfiato l’ebook” titolava Mario Baudino sulla Stampa durante i giorni del Salone. Sorpresi? No, non proprio. Ma è così? No, non proprio.
L’ebook italiano è un bimbo nato appena 8-10 mesi fa dal quale ci si aspetta che abbia già una laurea, che lavori assiduamente e che già generi fatturato e profitto. No che non è così; non può essere così.
Settembre 2010. Esistono 350 titoli disponibili in formato epub (lo standard aperto per leggere gli ebook) in italiano; l’iPad è appena stato lanciato; solo gli ultra pionieri leggono libri in formato digitale. Eppure, da qualche mese si parla tantissimo di ebook: sui giornali, nel web, perfino in televisione. Si parla dei risultati incredibili di Amazon negli USA, di battaglie tra colossi dell’editoria e di ultra colossi della tecnologia (Google, Apple, Amazon), di catene di librerie che falliscono (Borders); si creano aspettative enormi su un fenomeno che in Italia e in Europa è solo agli inizi.
Maggio 2011. Esistono oltre 10.000 titoli disponibili in formato epub in italiano (e 20.000 sono attesi per fine anno); sono stati venduti probabilmente oltre 400.000 tra iPad e e-reader di diverso tipo; tutti gli editori italiani, grandi e piccoli, hanno una parte del catalogo in digitale; circa 200.000 italiani leggono libri in formato digitale. Sono ancora numeri piccoli, soprattutto se confrontati con il mercato del libri nel suo complesso; ma in meno di un anno è tantissimo: il bimbo cresce in fretta.
Di un fenomeno che cambia ogni giorno in qualche parte del mondo va guardato il film, non la sua fotografia. Bisogna osservarne i mutamenti, le trasformazioni, immaginarne le tendenze, ipotizzarne i tempi nell’immediato futuro. Le voci ufficiali al Salone di Torino, invece, hanno mancato la giusta prospettiva, hanno mostrato solo la fotografia dell’ebook made in Italy.
Eppure è noto a tutti che negli USA un libro su 5 viene acquistato in formato digitale; che nel Regno Unito in un anno l’ebook vale il 5% del mercato; che tutti gli editori del mondo hanno cominciato la grande, epocale migrazione verso l’era digitale; che autori e agenti letterari stanno sperimentando nuove forme di publishing; che stanno nascendo nuove strutture narrative; che l’integrazione dei diversi linguaggi (audio, video, testo, codice) è la nuova frontiera che il digitale impone a tutti i media. Libro incluso.
Le rivoluzioni fanno paura, è sempre stato così. Meglio fare finta di niente, meglio mandare una foto.