UNA INIZIATIVA DELLA BIBLIOTECA CIVICA P. MIGLIORA

UNA INIZIATIVA DELLA BIBLIOTECA CIVICA P. MIGLIORA
Rivanazzano Terme, Oltrepo Pavese, PV

martedì 19 aprile 2011

RIVALEGGENDO: LA CULTURA NEL PARCO E' OPEN

Digitale: l’editoria è on line. Ma lo sa? Pro e contro. Ne dibattono esperti, giornalisti, piccoli e grandi editori. Blogger. Lettori. Una finestra su un cambiamento che sta già volando via. Mentre scriviamo. La Biblioteca di Rivanazzano Terme (PV), ha deciso quest'anno di aprire il suo evento culturale dell'anno, la Fiera del Libro, Rivaleggendo appunto, con un dibattito talk show sull'editoria digitale.
L'appuntamento è fissato sabato 28 maggio, alle ore 11, nella Sala degli eventi della Biblioteca, dopo l'inaugurazione con le autorità per il via ufficiale della Fiera "en plein air" al Parco Brugnatelli di questa località (termale) dell'Oltrepo Pavese.  Appuntamento il 28 e 29 maggio. Ingresso libero!
Al talk show interverrano: Paolo Costa (Università di Pavia), Francesco Facchini (Cinquecerchi TV Web), Giacomo Ferrari (Corriere della Sera), Marco Ferrario (DigitPub/BookRepublic), Carlo Gariboldi (La Provincia Pavese), Daniele Menarini
(Editoriale Sport Italia). E una serie di piccoli e grandi editori presenti all'evento culturale.
Sarà un punto importante di partenza per capire "come siamo messi" in un settore che si sta evolvendo sempre di più e in fretta, creando occasioni in più di apertura e fruizione culturale, ma anche qualche disagio quando i supporti tecnologici o di telecomunicazione non sono ancora del tutto sufficienti. O per così dire consapevoli. 
Inizia qui un viaggio. Multimediale e assolutamente digitale. Fatto di passione per la cultura e la divulgazione. Che ha certamente bisogno dell'aiuto del pensiero dello scambio di ideee di tutti. E dell'esperienza di chi apre un computer e scrive. Sapendo o non sapendo dove sta arrivando.
Rivaleggendo è on line.  

6 commenti:

  1. Si potrebbe cominciare con una previsione provocatoria, uno scenario su cui scommettere...
    Nel 2014 gli ebook reader costeranno pochi euro (non più di 50 per modelli già super), alcuni editori li regaleranno per assicurarsi i lettori: un ebook reader in esclusiva, ossia dedicato a un solo editore in cambio di un abbonamento (dopo un mese saranno craccati). Un libro online sarà ricco di supporti, riferimenti e correlazioni multimediali. A scuola ognuno sfoglierà i libri sul tablet (eccetto in Italia? Probabile). Ok, uno dice, ok, lo scenario può valere forse per le news e documentazione formativa, ma non varrà anche per i romanzi! Dove lo metti l'odore dell'inchiostro, la palpabilità della pagina di carta... Questione di tempo. Un addio nel 2016?

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  2. Ottimo spunto. Che giriamo al nostro grande esperto Marco Ferrario. DigitPub ci potrebbe fornire uno specchio prospettico "a sensazione". Una sorta di lungo cannocchiale (con gli occhialini per la lettura, che aggiungo all'avvolgente profumo di inchiostro insieme agli oggetti poetici della lettura che ci piace). Per capire cosa succederà. ma soprattutto renderci conto che non siamo, non saremo pronti. Non noi italiani. Problemi di strutture e di investimenti "culturali". Meditiamo e leggiamo. Multimediali o tradizionali. Facciamolo.

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  3. Metto ancora un po’ di carne al fuoco e mi domando: che ruolo potranno avere le biblioteche pubbliche in questo scenario? E’ possibile che l’affermarsi dell’editoria digitale ne sia la pietra tombale o è possibile immaginare che l’e-book possa segnare, per così dire, una nuova vita di queste istituzioni e un’occasione da cogliere per ampliare l’offerta culturale per i cittadini che ne usufruiscono? Al di là del compito di conservazione del patrimonio documentale, la biblioteca può tornare ad essere l’epicentro attorno al quale si sviluppa la vita culturale di una comunità? Possiamo immaginare biblioteche che ‘prestano’ e-book come se fossero normalissimi volumi a stampa? O, comunque, aiutano e facilitano l’accesso a e-book? Siamo pronti ad affrontare questa sfida, sia da un punto di vista tecnico, sia da quello, più scontato, ma non meno importante, amministrativo e burocratico? In due parole: quale può essere il ruolo della biblioteca nell’era dell’editoria digitale?

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  4. Negli ultimi mesi ho intervistato sul mio blog alcuni addetti ai lavori proprio sulla querelle libro cartaceo/ebook.
    Piersandro Pallavicini: "E’ del tuttto inutile infarcire romanzi e racconti con link (più o meno tanto quanto è inutile fare romanzi e racconti con le note. Ce l’ha fatta Arbasino ne L’Anonimo Lombardo, ma c’era un bel coefficiente di sperimentalismo, erano gli anni giusti per farlo, e Arbasino era il genio che era. Ci abbiamo riprovato un po’ tutti, affascinati da quel sommo esempio, e credo che tutti alla fine abbiamo rinunciato a portare la cosa a compimento, perché sentivamo che non funzionava).
    A parte, però devo anche ammettere che sia inevitabile che l’e-book muti almeno in parte la percezione del lettore. Pensa solo a come la pratica di downloadare musica abbia fatto a pezzi la sacralità del concetto di “album”."
    Paolo Di Stefano: "E' un argomento di notevole complessità. Dieci anni fa partecipai ad un incontro con editori americani che si occupavano dell'ebook. E già allora si diceva che, nel giro di pochissimo tempo, l'ebook avrebbe soppiantato completamente il libro cartaceo. Poi non successe nulla.
    Dopo dieci anni si è affermato che il Natale scorso è stato quello dell'ebook. Ma gli ebook rappresentano solo lo 0,5 per cento del mercato librario italiano. Questo non significa che l'ebook non debba essere preso in considerazione. Tutti gli editori si stanno attrezzando in questo senso. Credo però che, almeno per il mercato editoriale italiano, le cose avranno uno sviluppo molto lento.
    Saranno soprattutto i libri che sono anche strumenti di lavoro e i manuali ad avere grande successo come ebook. Per la narrativa credo che non sarà così."
    Alessandro Barbero: "Finchè le parole sono al centro dell’espressione, i cambiamenti ovviamente ci sono, ma all’interno di un orizzonte che è sempre quello: non c’è nessuna differenza di fondo fra comporre oralmente un verso dell’Iliade nel 700 a.C. e digitare un messaggino sul cellulare nel 2011. Il cambiamento del supporto, dalla memoria al papiro o alla pergamena manoscritta, poi alla carta stampata e poi allo schermo, non è fondamentale. Scrivere non per la stampa, ma per internet potrebbe invece avere delle conseguenze innovative per certi tipi di scrittura, ad esempio proprio quella del saggio storico specialistico: immagino un e-book in cui la nota a piè di pagina che rimanda alla fonte d’archivio è in realtà un link che permette di visionare direttamente il documento citato. Ci si arriverà, probabilmente, e sarà un reale progresso."
    Massimo Roccaforte: "L’ebook sarà sicuramente una bella opportunità per tutti i protagonisti della filiera editoriale, in particolare penso agli autori e ai lettori. In parte trasformerà il nostro modo di leggere i libri, lo arricchirà ed in alcuni casi sostituirà il classico formato ma sono convinto che non cancellerà il libro cartaceo."
    La partita è comunque apertissima. Questo è il suo fascino.

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  5. Il tema della fisicità mi cattura. Una pertinenza valida sia per il libro cartaceo sia per la struttura biblioteca. Partiamo da una constatazione lapalissiana: quale relazione permanente accomuna i creatori-produttori ed i fruitori del libro? La fisicità del contenitore, la sua forma inequivocabile, la sua matericità fatta di spessori e odori. Ossia la sensibilità percepibile e condivisibile. L'intera cultura Occidentale si è sviluppata partendo dal concetto primario di fisicità: l'idea di atomo, la particella più piccola. E la nostra scienza ha celebrato il suo battesimo. L'uomo, a ben guardare, ha un pregio difettato: considera la tridimensionalità come il parametro assoluto della realtà. Di conseguenza si è portati a materializzare tanto il contenitore quanto il contenuto. Probabilmente questo vizio è un bene. Lo stesso linguaggio sulla carta è silenzioso, ma noi dobbiamo dargli una voce e trovare riferimenti e relazioni materiali per appropriarcene, altrimenti quel testo non avrà successo, almeno per me lettore. Sfido chiunque a smentire il fatto che nel rapporto tra noi e il romanzo ci sia un'impalcatura culturale inevitabile che pur nel rispetto della narrazione, sia essa avvincente o semplicemente piacevole, guarda a tutta una fisicità reale o immaginaria che ci riporta alla palpabilità del libro.
    Provate a tradurre sensibilità e sentimento che esprimete nella gestualità prestata nei confronti dell'ultimo romanzo che “state vivendo”. La storia è il focus, ma il rispetto va alla fisicità: ho un oggetto di carta inchiostrata con tanti simboli impressi che prima chiamo lettere, poi parole, poi frasi... ho una copertina spesso con una figura, ho segni distintivi di una identità che so riconoscere. Questo lo so a memoria. Ciò che importa e mi affascina è il fatto che sia quello il mio romanzo di adesso, e se quell'opera mi piace gli apparterrò. Amerò il contenuto con il contenitore che lo rappresenta e lo protegge. Ne avrò cura almeno fino a quando non lo avrò finito di leggere. Poi che cosa mi rimane? La memoria con tutte le sue declinazioni possibili e a volte inimmaginabili. Ne resterà in testa il destino e la fisicità dello scaffale della libreria in cui lo riporrò. Forse lo ritoccherò con mano, ma il vissuto sarà già trascorso. Tutto sommato l'autore è un optional. L'autore meno c'è più è bravo. Ma questa è un'altra storia.
    Invito a riflettere. Quanti anni ci vorranno perché l'e-book possa fare altrettanto?

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  6. Segnalo un saggio interessante: "Il futuro dei libri", di Robert Darnton (Adelphi). Ecco una citazione tratta dalla terza di copertina:
    "Col tempo i bit si degradano. I documenti potrebbero andare smarriti nel cyberspazio a causa dell’obsolescenza del formato in cui sono codificati. Hardware e software si estinguono a un ritmo allarmante. Finché non sarà risolto l’increscioso problema delle sopravvivenza elettronica, tutti i testi “nati digitali” appartengono a una specie a rischio. L’ossessione di creare sempre nuovi media ha inibito gli sforzi per salvaguardare quelli vecchi. Abbiamo perduto l’80 per cento di tutti i film muti e il 50 per cento di tutti i film girati prima della seconda guerra mondiale. Niente sa preservare i testi (eccettuato il caso di quelli scritti su pergamena o incisi nella pietra) meglio dell’inchiostro su carta, specialmente carta fabbricata prima dell’Ottocento. Il miglior sistema di conservazione che sia mai stato inventato è antiquato e premoderno: il libro."

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